Inizia l'ultima giornata di OPEN BLOG, oggi avremo con noi EMILY.
Il suo modo di scrivere semplice, raffinato e le storie che è possibile leggere nel Suo blog sono qualcosa di veramente bello. Se passate per il Suo blog mi darete ragione... Per Noi, in questo OPEN BLOG, ci regala un bellissimo racconto, sono certo che Vi catturerà...
Il suo modo di scrivere semplice, raffinato e le storie che è possibile leggere nel Suo blog sono qualcosa di veramente bello. Se passate per il Suo blog mi darete ragione... Per Noi, in questo OPEN BLOG, ci regala un bellissimo racconto, sono certo che Vi catturerà...
- Formica E Il Villaggio -
Era un pomeriggio bianco e sottile, il cielo, ovattato e appena dipinto da un acquerello di grigio con riflessi come la notte, sfumava leggero e impalpabile.
La sera della vigilia di Natale.
Formica camminava lungo un sentiero brecciato. Non ricordava esattamente la strada che stava percorrendo, ma considerando la sua memoria a intermittenza, sorrideva all’idea e si lasciava ammaliare dal paesaggio che accompagnava il suo viaggio.
Una pianura imbiancata scivolava in ogni direzione e sulla soffice neve si riflettevano le fioche luci provenienti dai casolari vicini al sentiero. Voci di donne che facevano il bucato sulla riva di un allegro fiumiciattolo, rompevano il torpore dell’imbrunire.
Ad un certo punto il sentiero piegava leggermente ad ovest e nel cielo plumbeo filtrava appena il fuoco del tramonto. Un odore acre di legna bruciata si diffondeva prepotentemente nell’aria e Formica ne seguì la scia, attirata dall’idea di un fuoco scoppiettante. Appena in fondo ad una radura ai piedi della collina, c’erano delle baracche di legno e una decina di uomini si adoperavano tra un grande fuoco e una fila di incudini su cui i colpi ritmati dei martelli risuonavano secchi e decisi. Da un lato c’era un fuocherello più piccolo, acceso sotto una specie di casupola fatta con tronchi di alberi tagliati a metà, lì era stato piazzato un tripode di terracotta che emanava leggeri vapori.
Formica si avvicinò ai fabbri.
«Venga signorina, venga a prendere un bicchiere di questo vino caldo. Con questo freddo ci vuole qualcosa di caldo»
Le offrirono una ciotola di legno con vino caldo speziato. L’aroma le salì fino al naso e poi si inabissò verso il centro del petto, divampando in un dolce fuoco. Altri si sedettero vicino a lei a bere e a scaldarsi. C’era un continuo andare di persone sulla strada di fronte. Uomini e donne con cesti, carretti e greggi al loro seguito.
«Dove va tutta quella gente?» «Sono giunte delle voci. Si muovono tutti verso una capanna.»
Formica si alzò, ringraziò per la bevanda calda e si rimise in cammino, ancora incerta su quale fosse la sua destinazione. Riprese il sentiero principale su cui confluivano le stradine provenienti dalle case disseminate nella pianura.
La neve sembrava essersi dissolta nel nulla e nonostante l’aria fosse sempre pungente, una rigogliosa vegetazione bassa vestiva il terreno, come un soffice manto e sulla strada non c’era più la ghiaia ma un polveroso stato di trucioli di legno. C’erano diversi greggi al pascolo e qua e là spuntavano ammiccati conigli e maialini rosa. Su un lato della via c’era un piccolo ponte di legno che sovrastava uno stagno argentato, in cui anatre di diverse dimensioni galleggiavano con pigrizia.
Un bambino seduto su un enorme sasso, suonava allegramente un flauto di legno, mentre due agnellini saltellavano sul prato puntellato di fiorellini gialli.
Formica continuò a camminare divertita e mentre il cielo si scuriva sempre di più, si accorse che si stavano accendendo delle lucine rosse e blu ai bordi del sentiero e altre bianche costellavano la distesa di prato. Le finestre delle case diventavano punti colorati su uno sfondo indefinito e alzando lo sguardo vide uno spettacolo che le fece trattenere il fiato: una piccola collina da cui scendevano file di luci come fossero dei ruscelli.
Linee ondulate di blu intenso si scioglievano lungo il versante di nuda roccia, terminando sul tetto di una capanna, mentre una gialla si arricciava intorno ai piccoli cespugli disseminati sul lato verde.
Sulla cima si intravedevano due piccole case dal tetto rosso e le mura consumate dalle stagioni, le finestrine simili a minuscoli fori sulla cartapesta erano fiocamente illuminate. Pini secolari le cui punte sembravano leggermente innevate, sovrastavano e proteggevano i rifugi.
Dalle abitazioni partiva una stradina rocciosa che scendeva a spirale dalla collina, illuminata da luci rosse e percorsa da caprette che scendevano verso i pascoli. Un vecchio, con un grande cappello marrone, camminava lento sotto il peso di un fascio di legna tagliata.
Il suono di una zampogna echeggiava sulla valle e impregnava l’aria profumata di resina. Formica era incantata con il naso all’insù, quando si accorse che c’era un gruppo di persone davanti una grotta ai piedi della montagna.
Si avvicinò timida. La gente del villaggio depositava doni all’ingresso della grotta e rimaneva in silenziosa e immobile contemplazione.
L’arco della cavità era incorniciato di bianche e minuscole lucine. All’interno si vedevano un pagliaio con una mangiatoia in cui erano adagiati a terra un bue e un asino.
Un uomo dalla barba striata di fili argentati e una donna dai lunghi e scuri capelli erano inginocchiati l’uno di fronte all’altro e guardavano un unico punto tra di loro.
Formica si avvicinò e vide un neonato che dormiva in un cesto riempito di paglia.
Il silenzio fu delicatamente interrotto dalla voce di una bambina che intonò una nenia e tutti si sedettero dondolando leggermente al suono della melodia.
Formica aprì gli occhi e guardò in alto aspettandosi di vedere il cielo stellato che avvolgeva la collina con la grotta, ma vide solo il soffitto bianco della stanza e tastò la consistenza del divano su cui era sdraiata.
Le luci del presepe lampeggiavano allegre, illuminando la gente del villaggio che si muoveva immobile verso la grotta. La vecchia cassetta intonava Silent Night con un sottile fruscio.
Formica si alzò stiracchiandosi e si avvicinò alla finestra. La neve aveva smesso di volteggiare nell’aria ovattata e l’acquerello grigio era diventato più intenso.
Il fumo dei camini si alzava leggero e impalpabile diffondendo un odore acre di legna bruciata misto al fresco profumo della neve appena caduta.
La sera della vigilia di Natale.
Formica camminava lungo un sentiero brecciato. Non ricordava esattamente la strada che stava percorrendo, ma considerando la sua memoria a intermittenza, sorrideva all’idea e si lasciava ammaliare dal paesaggio che accompagnava il suo viaggio.
Una pianura imbiancata scivolava in ogni direzione e sulla soffice neve si riflettevano le fioche luci provenienti dai casolari vicini al sentiero. Voci di donne che facevano il bucato sulla riva di un allegro fiumiciattolo, rompevano il torpore dell’imbrunire.
Ad un certo punto il sentiero piegava leggermente ad ovest e nel cielo plumbeo filtrava appena il fuoco del tramonto. Un odore acre di legna bruciata si diffondeva prepotentemente nell’aria e Formica ne seguì la scia, attirata dall’idea di un fuoco scoppiettante. Appena in fondo ad una radura ai piedi della collina, c’erano delle baracche di legno e una decina di uomini si adoperavano tra un grande fuoco e una fila di incudini su cui i colpi ritmati dei martelli risuonavano secchi e decisi. Da un lato c’era un fuocherello più piccolo, acceso sotto una specie di casupola fatta con tronchi di alberi tagliati a metà, lì era stato piazzato un tripode di terracotta che emanava leggeri vapori.
Formica si avvicinò ai fabbri.
«Venga signorina, venga a prendere un bicchiere di questo vino caldo. Con questo freddo ci vuole qualcosa di caldo»
Le offrirono una ciotola di legno con vino caldo speziato. L’aroma le salì fino al naso e poi si inabissò verso il centro del petto, divampando in un dolce fuoco. Altri si sedettero vicino a lei a bere e a scaldarsi. C’era un continuo andare di persone sulla strada di fronte. Uomini e donne con cesti, carretti e greggi al loro seguito.
«Dove va tutta quella gente?» «Sono giunte delle voci. Si muovono tutti verso una capanna.»
Formica si alzò, ringraziò per la bevanda calda e si rimise in cammino, ancora incerta su quale fosse la sua destinazione. Riprese il sentiero principale su cui confluivano le stradine provenienti dalle case disseminate nella pianura.
La neve sembrava essersi dissolta nel nulla e nonostante l’aria fosse sempre pungente, una rigogliosa vegetazione bassa vestiva il terreno, come un soffice manto e sulla strada non c’era più la ghiaia ma un polveroso stato di trucioli di legno. C’erano diversi greggi al pascolo e qua e là spuntavano ammiccati conigli e maialini rosa. Su un lato della via c’era un piccolo ponte di legno che sovrastava uno stagno argentato, in cui anatre di diverse dimensioni galleggiavano con pigrizia.
Un bambino seduto su un enorme sasso, suonava allegramente un flauto di legno, mentre due agnellini saltellavano sul prato puntellato di fiorellini gialli.
Formica continuò a camminare divertita e mentre il cielo si scuriva sempre di più, si accorse che si stavano accendendo delle lucine rosse e blu ai bordi del sentiero e altre bianche costellavano la distesa di prato. Le finestre delle case diventavano punti colorati su uno sfondo indefinito e alzando lo sguardo vide uno spettacolo che le fece trattenere il fiato: una piccola collina da cui scendevano file di luci come fossero dei ruscelli.
Linee ondulate di blu intenso si scioglievano lungo il versante di nuda roccia, terminando sul tetto di una capanna, mentre una gialla si arricciava intorno ai piccoli cespugli disseminati sul lato verde.
Sulla cima si intravedevano due piccole case dal tetto rosso e le mura consumate dalle stagioni, le finestrine simili a minuscoli fori sulla cartapesta erano fiocamente illuminate. Pini secolari le cui punte sembravano leggermente innevate, sovrastavano e proteggevano i rifugi.
Dalle abitazioni partiva una stradina rocciosa che scendeva a spirale dalla collina, illuminata da luci rosse e percorsa da caprette che scendevano verso i pascoli. Un vecchio, con un grande cappello marrone, camminava lento sotto il peso di un fascio di legna tagliata.
Il suono di una zampogna echeggiava sulla valle e impregnava l’aria profumata di resina. Formica era incantata con il naso all’insù, quando si accorse che c’era un gruppo di persone davanti una grotta ai piedi della montagna.
Si avvicinò timida. La gente del villaggio depositava doni all’ingresso della grotta e rimaneva in silenziosa e immobile contemplazione.
L’arco della cavità era incorniciato di bianche e minuscole lucine. All’interno si vedevano un pagliaio con una mangiatoia in cui erano adagiati a terra un bue e un asino.
Un uomo dalla barba striata di fili argentati e una donna dai lunghi e scuri capelli erano inginocchiati l’uno di fronte all’altro e guardavano un unico punto tra di loro.
Formica si avvicinò e vide un neonato che dormiva in un cesto riempito di paglia.
Il silenzio fu delicatamente interrotto dalla voce di una bambina che intonò una nenia e tutti si sedettero dondolando leggermente al suono della melodia.
Formica aprì gli occhi e guardò in alto aspettandosi di vedere il cielo stellato che avvolgeva la collina con la grotta, ma vide solo il soffitto bianco della stanza e tastò la consistenza del divano su cui era sdraiata.
Le luci del presepe lampeggiavano allegre, illuminando la gente del villaggio che si muoveva immobile verso la grotta. La vecchia cassetta intonava Silent Night con un sottile fruscio.
Formica si alzò stiracchiandosi e si avvicinò alla finestra. La neve aveva smesso di volteggiare nell’aria ovattata e l’acquerello grigio era diventato più intenso.
Il fumo dei camini si alzava leggero e impalpabile diffondendo un odore acre di legna bruciata misto al fresco profumo della neve appena caduta.
Spero che questo OPEN BLOG, Vi sia piaciuto, io devo rinnovare a tutti i blogger che hanno partecipato il mio grazie, perché sono stati, ognuno a Suo modo, bravi ed originali. Quindi, in rigoroso ordine di apparizione ringrazio : Placidasignora, Rosy, pOpAle, Soledautunno, MariCri, Azul, Suysan, LaConiglia ed Emily.
A tutti Voi che leggete...
AUGURI DI BUON NATALE !
AUGURI DI BUON NATALE !
Mancano 2 giorni a Natale
15 commenti:
Ringrazio tanto Emily, per aver accettato l'invito per questo OPEN BLOG sia per averCi regalato un bellissimo racconto!! :-)
W la Formica!!! ;-)
Un abbraccio!!
auguri anche a te..!!!
grazie ad Emily per questo delicato racconto e rinnovo gli auguri a te Andrea, li estendo anche ad Emily, per un Natale pieno d'amore. un abbraccio;-)
Auguri auguri auguri a te Andrea, e a te Emily...
Auguri di Buon Natale!
che bella quest'aria natalizia. io colgo l'occasione per porgere i più sinceri auguri di Buon Natale e felice 2008 all'insegna della felicità, della serenità e della prosperità (un pò di materialismo non guasta mai)... ad Andrea e a tutti i suoi lettori!
Mat
Approfitto dell'ultimo giorno di Open Blog per fare gli auguri a Emily e naturalmente al padrone di casa.....
Buon Natale ...vi lascio un abbraccio
Un passaggio veloce ma sincero per augurare a te ed alla bravissima Emily un Felice Natale
Tanti auguri! :)
Auguri di Buon Natale.
Ora sono a casa di mia mamma a Padova, finalmente mi rilasso o almeno ci provo.
Rubo un attimo lo spazio ad Emily, per gli auguri a :
Miranda....
e
Il Mari...
era da un po' che non li vedevo da queste parti e sono felicissimo che siano passati!! ;-)
Buon Natale!!
Cedo di nuovo lo spazio a Emily...
E' stato un bel periodo per il tuo blog, bella l'iniziativa. Tanti cari auguri Andrea di Buon Natale. ciao
Buon Natale a te Andrea e a tutti i blogger che hanno partecipato alla tua iniziativa.
titty, aglaia, raphaela, penelope, mat, suysan, sbriciolata, miranda, il mari, irene, glittervictim...
grazie a tutti per aver letto questa avventura natalizia di Formica che ringrazia e vi augura un meravilgioso Natale!
Un augurio speciale per Andrea che mi ha ospitato in questa bella iniziativa, regalandomi anche l'onore di chiudere la rassegna.
un abbraccio grandissimo!
Emily e Formica
Emily, grazie ancora a Te che ci hai regalato una delle storie di Formica!! :-)
Un abbraccio forte!! ;-)
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